Caro diario, Il mio paesaggio è una grafia, letta e riletta all'infinito.
Caro diario,
Il mio paesaggio è una grafia, letta e riletta all'infinito.
Quando rileggi le parole fino allo sfinimento queste diventano musica, le potresti recitare come una poesia.
Ne conosci curve e spirali così bene che tutte le lettere insieme, più che il tratto distintivo di una lingua, si sono tramutate in un paesaggio.
"Ricordati di me anche se sei lontano" recitava il retro di una cartolina che trovai in una scatola appartenuta a mio nonno.
Sul fronte la fotografia di un uomo con accanto un cartello che riportava la scritta "Lago di Como".
Non ho idea di chi sia quell'uomo, non riconoscono i tratti del suo viso né il suo nome, l'unica cosa di cui sono certa è che quest'ultimo coicida con: ricordati di me, anche se sei lontano.
La memoria è musica, una frase ricorrente, un mantra tramandato di generazione in generazione.
L'immagine uno spazio di cui conosci una sola porzione, perché delimitato dai contorni. Tutto il resto è immaginazione.
Ma l'unione tra queste può viaggiare nel tempo perché siamo, inesorabilmente, il prolungamento di qualcuno o di qualcosa. Siamo una frase, che ha compiuto il suo destino e adesso ho fatto mia, per chi si ricorderà di noi anche se siamo lontani.
[Miriam Iervolino]
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