Caro diario, Il mio paesaggio è una grafia, letta e riletta all'infinito.
"Caro diario, l'impossibilità di piacere a tutti è normale, ma mi stupisce sempre."
Ho appuntato queste righe qualche anno fa, mentre oggi rifletto sul fatto che ogni essere umano è un universo.
Per qualcuno siamo dei mostri, i cattivi; per qualcun altro i buoni, i santi.
La possibilità di essere tutto questo ci logora, perché nel bene e nel male gli unici a non vedere oltre il nostro naso siamo proprio noi. I diretti interessati.
Caro Diario, a mie spese ho capito che la libertà è una conquista, una conquista che costa.
Che la libertà non è la sensazione di poter fare ciò che si vuole o dire ciò che si vuole, ma di essere coscienti delle proprie azioni e ripeterle se è il caso.
La libertà è la possibilità di dire di no quando qualcosa ti fa stare male, ti ferisce, ti umilia; di non ripetere un copione già recitato troppe volte.
La libertà è una responsabilità, è prendere una decisione. Il no che brucia quando lo pronunci, ma che a lungo andare allontana i malumori, evita il ciclo drastico di ferita, cura e cicatrice.
La libertà di voler tornare in pace col tuo corpo, quando smette di essere tuo complice.
Di liberarti di un chiodo fisso a cui pensavi di non riuscire a rinunciare mai.
La libertà di essere qualcuno o qualcosa, o semplicemente non essere.
Articoli Recenti
Notiziario
Iscriviti per ricevere la nostra newsletter.