Fanzine


Sempre più crescente è la necessità di affermarsi, particolarizzarsi, differenziarsi in un’epoca che ci porta costantemente all’omologazione, all’uguaglianza nei termini più sbagliati… sempre più forte è il sentimento di volere qualcosa di più che ci contraddistingua, un segno da lasciare nella società che possa dire al posto nostro “Io sono questo, questo è il mio pensiero, il mio ideale, la mia visione”… Mi piace pensare che tra tutto il marasma di persone che si mescolano e si confondono tra loro, ci sia un mondo che è sempre esistito ma che forse oggi sta rivendicando più che mai la sua funzionalità: il mondo delle Fanzine.

 

L’editoria indipendente ha sempre avuto una forte coscienza di voler liberare il pensiero e la cultura da quegli schemi e da quei meccanismi che appartengono alle grandi e imponenti case editrici, uscire dal valore economico ed entrare in quello conoscitivo, senza compromessi né strutturazioni, eppure questo mondo comincia a essere stretto, perché anche qui si inizia a dover rispondere a dei canoni, rispecchiare delle forme convenzionali, affrontare iter burocratici per avere un riconoscimento. Si rischia che le case editrici indipendenti scelgano cosa pubblicare non in base a un ideale di cultura e di sapere giusto, ma in base a tutta una serie di parametri che oggi rispondono alla visibilità, ai followers, alla commerciabilità, al politically correct… A sua volta, si rischia di pubblicare autori con poco talento ma con grandi nomi, con cattiva penna e buona capacità persuasiva.

 

È in questo contesto che la Fanzine viene riscoperta proprio perché permette l’autodeterminazione e l’auto affermazione di un individuo, crea lo spazio per esprimersi al fine non tanto di vendere quanto di lasciare un piccolo spaccato della società contemporanea. Per me ogni fanzine e ogni progetto stampato in generale permettono di archiviare tanti punti di vista utili a comporre una visione socioculturale più ampia. Fanzine significa ideare una raccolta, crederci, non dover rendere conto a nessuno se non a te stesso e a chi decidi essere collaborator*, è un progetto editoriale che non fa capo a nient’altro se non al tuo essere e al tuo esprimere. E quindi ho deciso di dedicare delle parole, di tanto in tanto, a tutto ciò che rientra nel mondo delle fanzine, dalle fiere alle varie iniziative, dalle nuove uscite a quelle passate, dalle prime pubblicazioni alle ultime. Questo perché è importante riconoscerne l’esistenza: in questo panorama, ogni tipo di realtà che non trova spazio nell’editoria mainstream può realizzarsi, progettandosi, concretizzandosi, finanziandosi e connettendosi. Unico scopo è quello di aprire una finestra su questo spaccato culturale che non ha bisogno di consensi per esistere, non ha bisogno di grandi nomi per diffondersi.

Mi sento di iniziare questo piccolo percorso all’interno del mondo delle fanzine da un evento molto importante, Zines Palermo, perché è spinta da un’idea che rispecchia perfettamente ciò che vuole trasmettere il cartaceo, ovvero lo scambio e la condivisione, e perché offre enormi possibilità - in maniera del tutto gratuita - a chi vuole far conoscere il proprio lavoro e ha voglia di confrontarsi con un range di punti di vista anticonvezionali, in mezzo ai quali, probabilmente, ci sono più occasioni di trovare quello affine al proprio, lontano da modelli imposti, triti e ritriti. Zines Palermo non è mai uguale all’anno precedente, ogni edizione offre progetti diversi e svariati, con i suoi talk le discussioni si evolvono e i contenuti restano impressi. Si tratta di un percorso che ha preso forma dalla tipografia Block Design, spinta proprio dal desiderio di divulgare in maniera più impattante possibile le arti grafiche, e trovando la sua massima realizzazione proprio nella creazione di un evento di questo tipo. Successivamente, lo stesso concetto unisce nell’organizzazione Èglise - associazione culturale di stampo fotografico - e diversi altri artisti come Utero e la coppia di fotografi Bauer-Scafidi.

Il lavoro di questi artisti ha creato un evento che va avanti da quattro anni - comprese le prossime date del 17 e 18 settembre - e che raccoglie attorno a sé le più svariate possibilità di confronto e discussione, ammettendo ogni genere di arte tra fotografia, illustrazione, scrittura, pittura. La vera cosa importante di una fanzine è che si rende pensiero, ideale, sogno immortale, si diffonde oltre il suo autore, la sua progettualità diventa oggetto storico, sociale, culturale, senza che nessuno debba ufficializzarlo o istituzionalizzarlo come tale. L’impatto che da con le sue idee e la sua strutturalità è fondamentale perché riflesso di un singolo - o pochi più - che si estranea dal mondo digitale e virtuale per ritornare in quello reale, papabile, dove raccogliere immagini, disegni e parole all’interno di un mondo cartaceo sembra ormai lontano anni luce. E Zines Palermo è questo che fa, ricrea una dimensione di profondo incontro dove ognuno porta se stesso, dove lo scambio è materiale fino a quando dentro quell’oggetto c’è l’espressione di sé, del proprio tempo, del proprio contesto sociale e familiare, delle tendenze accolte e rigettate....

Per le foto: @miriamiervolino



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