Amelia scende dal letto ogni mattina alle sei in punto con la sua lingerie di pizzo
color carne, nera, bianca, rosa, quando vuole osare
non è mai aggraziata nei movimenti
è sveglio
a piedi scalzi lascia le impronte sul parquet color ciliegio
la guarda attraversare la stanza silenziosamente dalle lenzuola bianche
profumano di lavanda
apre il mobile in alto a destra, allunga il braccio
e sulla punta dell’alluce stende le gambe quasi a toccare il soffitto
con la mano destra prende la moka quella di ottone, con la sinistra il barattolo di caffè
il tappo cade, rimbalza per terra
“ancora!”
in punta di piedi fa tre passi indietro, tiene gli oggetti al petto
si affaccia in camera da letto
sorride sotto i baffi, tiene gli occhi chiusi
torna in cucina a riempire la moka di caffè fin sopra il collo
altrimenti viene troppo acquoso
la mette sul fuoco
la luce è quella giusta
il pennello tra le labbra, la schiena piena di nei, i seni scoperti, la tela accanto la finestra, un raggio di sole colpisce la quarta lastra di parquet alla destra del letto
il profumo del caffè diventa pungente
sei e quindici minuti
sposta le lenzuola bianche, indossa le ciabatte
perchè lo sa che lei odia le impronte sul parquet
versa il caffè bollente nelle tazze di ceramica gialla e blu, quelle di Amalfi
sono sul davanzale, accanto alla tela
un bacio sul collo e un abbraccio caldo che le copre i seni
“non capisco come tu faccia a svegliarti ogni mattina a quest’ora con tutto questo silenzio”
“l’odore del caffè, Amore, l’odore del caffè”
Raffaella Di Sario
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