"Tu, quando vedi uno come Ugo Piazza, il cappello ti devi levare!".
Ecco, ci sono film ed interpretazioni dinanzi alle quali il cappello ci dobbiamo levare.
C’è un fil rouge molto sottile eppure presente che collega la pellicola firmata da Fernando Di Leo “Milano calibro 9” a quella che rappresenta la sua naturale evoluzione (e non un sequel, attenzione!) ovvero l’ultima opera di Toni D’Angelo, appunto, “Calibro 9”.
Un film che racchiude e racconta grandi legami, un inizio senza fine, un eterno ritorno, una forma perfetta, un cerchio che si chiude.
Il primo legame è quello di Gianluca Curti, il produttore, amministratore delegato di Minerva Pictures, figlio di Ermanno Curti, che nel 1971 aveva prodotto Milano calibro 9. Poi c’è il ritorno della bellissima Barbara Bouchet, che interpreta Nelly Bourdon e stavolta madre di Fernando (interpretato da Marco Bocci) la cui immagine sul cubo in discoteca ci aiuta a rievocare il fotogramma della celebre precedente pellicola. E poi c’è Emiliano Novelli, stunt coordinator, figlio di Mario Novelli, che 50 anni fa aveva fatto da stunt e attore per il personaggio di Pasquale Tallarico.
Quarto film da regista, primo da musicista. Toni D’Angelo, che si era già cimentato nella realizzazione della colonna sonora del suo cortometraggio “Nessuno è innocente” ha coltivato il progetto BeatMovie con l’amico Vincenzo Adelini per creare la giusta melodia che potesse accompagnare l’intera pellicola, in collaborazione con Emanuele Frusi.
Girato in 9 settimane tra Catanzaro, Milano e Anversa, Calibro 9 ha visto la partecipazione, tra gli altri, di attori come Marco Bocci, Ksenia Rappoport ed Alessio Boni; Barbara Bouchet, Michele Placido, Eric Godon, Paco Reconti, Antonio Zavatteri e Walter Cordopatri. Scritto a 8 mani da Luca Poldelmengo, Toni D'Angelo, Gianluca Curti, Marco Martani
<< Calibro 9 – ci ha raccontato Toni D’Angelo - nasce da un desiderio del mio produttore Gianluca Curti, suo padre Ermanno fu il produttore del primo film Milano Calibro 9. Gianluca ha un legame molto forte con questo film e nel propormelo mi ha fatto un regalo. Certo ero consapevole sin dall’inizio dell’enorme responsabilità che mi veniva data ma credo di aver avuto un grande rispetto per il film di Di Leo, che resta intoccabile. Con Calibro 9 siamo partiti dai giorni nostri e abbiamo trasformato quelli che erano 300mila dollari in una transazione da 100milioni. Passato e presente si sono intersecati trovando un punto di incontro nella vita di personaggi spietati. Una malavita che si è evoluta, ha cambiato il suo modus operandi ma non i suoi principi fino a diventare un’organizzazione criminale radicata in tutto il mondo: dagli scantinati ai palazzi del potere. Sono un amante del genere e Calibro 9 era un film che avrei voluto fare e che ho fatto>>.
Quando si parla di futuro, poi, Toni D’Angelo sembra avere le idee molto chiare: <<Non è mia intenzione abbandonare il poliziesco, anzi. Però in questi mesi di lockdown ho coltivato un sogno: quello di condividere il set con un amico ritrovato, un attore che stimo e con il quale so di poter realizzare grandi cose. Negli anni ho imparato che una delle cose più importanti, quando si realizza un film, è che sui set si respiri serenità, armonia e amore. E lavorare con amici che ti vogliono bene porta sicuramente a questo>>.
Calibro 9, che ha fatto il suo esordio, tra consensi di critica ed entusiasmo del pubblico, alla 38esima edizione del TFF – Torino Film Festival, è riuscito a tracciare quel ponte ideale tra il capolavoro di Fernando Di Leo, sulla malavita organizzata di fine anni ’70, e il contesto criminale della ’ndrangheta di oggi.
Il film è prodotto da Minerva Pictures con Rai Cinema, in co-produzione con la belga Gapbusters e sarà disponibile a partire da oggi su Sky Primafila Premiere, Apple TV, The Film Club, Rakuten TV, Chili, IoRestoInSala e Google Play.
Che lo vediate a casa da soli o sul divano con amici: Calibro 9 vi lascerà incollati al televisore per ben 90 minuti. Godetevi lo spettacolo e ripetete con me: “AUNDI L'HAI A PILA?”
[Roberta Buonpane]
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