Caro Diario,
non ho mai trovato una storia da raccontare dall'inizio alla fine, non sono mai riuscita a trovare un'evoluzione a spezzoni di pensieri e narrazioni che passano dalla mia testa.
Le idee migliori le ho durante la dormiveglia; sarebbe straordinario un apparecchio in grado di registrare i pensieri in quel preciso momento.
Sottolineo in quel preciso momento perché quelli che fanno parte della lucidità non hanno la stessa costruzione perfetta, lo stesso intreccio ed epilogo.
Più volte mi sono chiesta se dentro di me esistano dei personaggi da descrivere e storie da raccontare, che ancora non riescono a trovare la strada per incontrarsi in un punto preciso del mio corpo.
L'unica cosa di cui sono certa è che la maggior parte dei personaggi, o meglio dei protagonisti, abitino nel mio stomaco.
Quando mi guardo attorno realizzo che ognuno di noi è già una storia, più o meno complessa, può o meno sincera ed autentica, ma pur sempre una storia.
Se è una storia da raccontare, questo lo determina il finale o la bravura del narratore.
Ma io, Caro Diario non sono ancora pronta a raccontare storie di cui non conosco il finale.
Il mese di Augusto è la perfetta sintesi dalla sospensione; il corpo, il lavoro e la mente ce lo chiedono, abbiamo bisogno di una pausa.
Una pausa da noi stessi, dalle nostre storie, da quelle degli altri.
Estate è vivere dei giorni in attesa che ne arrivino di altri. No?
Prendo aria nell'ultimo respiro profondo che mi accompagna in superficie, schiudo gli occhi e mi lascio accecare dal sole. Freddo e caldo torrido rendono viva la mia pelle, ripenso alla pausa che mi resta da trascorrere e al tempo che invece è già passato, raccolgo le energie nel mese in cui abbiamo rimesso alle stelle i nostri desideri.
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