Intervista a Rossella Di Lucca


Che il film “È stata la mano di Dio” fosse da Oscar lo avevamo immaginato tutti, che Sorrentino fosse da Oscar lo avevamo imparato con la Grande Bellezza, nel 2014.


Ciò che forse sapevamo e abbiamo sottovalutato è come la pellicola in questione riesca a toccare i temi che più stanno a cuore al regista: l'ironia, la libertà, la tolleranza, il dolore, la spensieratezza, la volontà, il futuro, Napoli e la sua famiglia. Appunto, la sua famiglia.


Abbiamo amato anche noi Fabietto, i suoi genitori, suo fratello Marchino ma ancor di più sua sorella. Perché si sa, al cinema i personaggi che non si vedono sono quelli più importanti. Come accaduto per Daniela Schisa, raccontata da Sorrentino con un escamotage narrativo interessante, un omaggio affettuoso. Nella vita reale, ha spiegato il regista stesso, sua sorella era più grande di lui di 13 anni e passava gran parte delle sue giornate in bagno.


Ad interpretarla, nel film, una giovane attrice casertana, Rossella Di Lucca. Classe ‘91, innamorata del teatro ma anche della T V (la ricordiamo nel ruolo di Guenda in “È arrivata la felicità “, nel ruolo di Carla ne “Il commissario Ricciardi “). Un’attrice versatile e ricercatrice, appassionata di arte e creatività.


Abbiamo chiacchierato a lungo con lei, ha tante cose da dire ma quando è sul palco preferisce dare il compito ai suoi personaggi.


Chi è Daniela?


Daniela è Daniela Schisa. Sorella di Fabietto, il protagonista, intorno al quale gira tutto l’universo di “ È  stata la mano di Dio”. Daniela è un personaggio o un trucco, che si sente ma non si vede, che cercano tutti, tutti si chiedono “ma Daniela?”. Daniela avrà le sue buone ragioni per restare sempre chiusa in bagno e saltare le riunioni di famiglia, forse perché lei sa molto, molto più di quanto gli altri non sappiano. Ma quando sembra che tutti abbiano trovato la propria direzione dopo lo smarrimento generale: Fabietto, Marchino, la zia, addirittura il Napoli…lei esce finalmente dal suo guscio ma ancora più smarrita.


Nel film interpreti un personaggio apparentemente assente ma in realtà molto presente, come ci sei riuscita?


In realtà come è riuscito Paolo ad inventare un personaggio così? Me lo chiedo sempre e fatico ancora a credere che quel personaggio nel film lo interpreti io. ho lavorato molto sulle intenzioni dietro le battute, nel momento in cui ho capito di essere solo una voce dovevo assolutamente raccontarla attraverso ciò che diceva. Attraverso la sceneggiatura si capisce che Daniela non è assolutamente un personaggio che si nasconde nel bagno, lei lo fa per scelta, resta lì anche in modo sfrontato quando gli altri ne hanno più bisogno poi crolla, la scena finale è davvero l’esplosione di tutta la sua emotività.


Come è stato lavorare sul set con Paolo Sorrentino?


Paolo è davvero un grande regista. la prima volta che l’ho incontrato ero molto in imbarazzo, sapevo di avere un’occasione importante e i miei pensieri battevano peggio di un martello, fino a quando mi ha visto, “Rossella!” e da lì è cominciata una delle più grandi avventure della mia vita artistica. Paolo ha la grande capacità, attraverso le sue scelte e le sue visioni, di mettere davvero ogni cosa al suo posto, come deve stare. quando guardi un film, come questo, pensi “ma come può un uomo creare qualcosa di così piacevole agli occhi e tutti gli altri sensi? le immagini che crea sembrano, guardarti, ascoltarti e talvolta addirittura toccarti”.  ovviamente questo puoi dirlo quando il film lo vedi, perché quando sei sul set tutto avviene nella sua mente e tu devi solo affidarti a lui, perché ciò che deve accadere accadrà.


Raccontaci qualche aneddoto da back stage.


Posso raccontare il set. uno dei più belli tra le mie esperienze, sono nate tante amicizie e non di circostanza anzi ci vogliamo davvero molto bene, io ricordo con piacere tutti quelli che ho avuto l’opportunità di conoscere durante le giornate di lavoro.


L’aneddoto più curioso che riguarda me è sicuramente il lavoro sulla scena finale di Daniela, Paolo mi ha lasciato tutto il tempo di cui avevo bisogno per cercare la giusta emotività, non era molto semplice aprire una porta, uscire e piangere in camera. Dopo alcuni tentativi sono stata chiusa per un po’ nel bagno, proprio come Daniela e poi lui non avendo più notizie, ha bussato mi ha detto due cose, ha preparato la troupe per girare e …Buona! è stata un’esplosione emotiva così forte che ho pianto fino a sera! bellissimo!


Emozionata per la candidatura agli Oscar? Cosa si prova?


Eh! quando l’ho saputo ho urlato! quelle rare occasioni che capitano poche volte nella vita, un esordio al cinema e il film va agli oscar… quando proprio tutte le cose devono allinearsi. sono davvero contenta e orgogliosa di far parte di un progetto così, contenta per Paolo e incrocio le dita affinché il film superi l’ultimo grande traguardo. Per ora mi godo questa fantastica e strabiliante corsa sempre a dita incrociate!


A costa stai lavorando adesso? Progetti per il futuro?


Sono sognatrice per natura, ogni progetto per me è un sogno che si realizza, cerco, invento e scrivo, specialmente con il Teatro. Mi ci sto dedicando molto in questo periodo. Sto portando in scena uno spettacolo sulla vita di Marilyn Monroe, tra i suoi segreti e conflitti oltre le luci dei riflettori, la sua infanzia e la sua misteriosa morte, che l’ha resa ancora di più l’icona di tutti i tempi. Lo spettacolo sarà breve in scena a Napoli e dopo a Caserta. Non so dire cosa progetto per il futuro, ciò che sarà Futuro parte da oggi e ho tante idee nella testa, realizzarle tutte è impossibile, anche perché ci sono progetti come comprare una moto e saper pilotare un aereo… per ora mi concentro sul fare quello che da piccola ho sempre voluto… diventare un’attrice!


A noi non resta che aspettare in trepidante attesa la notte degli Oscar, che si volgerà il 27 marzo.


In questa 94esima edizione Sorrentino sfida il giapponese Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi, Madri parallele di Pedro Almodóvar, Petite Maman di Céline Sciamma e il danese La peggiore persona del mondo di Joachim Trier.


La mano di Dio salverà altre vite?


Roberta Buonpane



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